CIRCOLARE N. 14
21 febbraio 2003

ARTICOLO 18

Si trasmette la lettera del Segretario generale della UIL Luigi Angeletti in merito all'ampliamento dei destinatari dell'art.18 dello statuto dei lavoratori.

Cari amici e compagni,
il referendum dell'art.18 ha riaperto il dibattito su questo tema. Noi riteniamo che qualunque sia l'esito del referendum, esso non possa costituire una soluzione. Abbiamo quindi preparato un documento che rappresenta una riflessione sul sistema di tutele per i lavoratori dipendenti che oggi ne fruiscono in modo insufficiente o che ne sono del tutto privi. Semplificando, si tratta di chi lavora nelle aziende con un numero di dipendenti inferiore a 16 o dei lavoratori con contratto di collaborazione che in realtà sono dipendenti subordinati a tutti gli effetti. E', in sostanza, una proposta di ampliamento delle tutele così come era previsto nel patto per l'Italia. Il documento quindi non è un progetto di legge, dal momento che non è compito del sindacato proporre progetti legislativi, né tanto meno una "piattaforma" della UIL che non sapremmo nemmeno a chi presentare. Ma è uno schema di riforma che indica alcuni obiettivi di modernizzazione della nostra legislazione giuslavorista. Si fa riferimento a quanto meglio esista nelle legislazioni dei paesi europei, e in esso contenuta anche una serie di indicazioni su come conseguire tali obiettivi. Un documento quindi indicativo e aperto non solo per motivi di "opportunità politica" ma anche perché esso si pone l'obiettivo di aprire un confronto con le forze sociali a partire ovviamente dalle oo.ss., ma anche con le associazioni degli imprenditori e successivamente con le forze politiche, per costruire insieme un progetto di riforma. Un ampio consenso sociale e politico è il requisito fondamentale perché queste idee possano vivere e concretizzarsi. Questa condizione è da noi considerata essenziale ed è per questo che ci proponiamo di avviare tale discussione, fornendo un contributo, una riflessione dalla quale partire. L'auspicio è che da tali confronti possa emergere non una mera acquisizione di consensi, quanto la capacità di mobilitare il meglio della cultura riformista su un tema importante e sentito che rischia di essere esclusivamente oggetto di scontro tra massimalisti e fondamentalisti. La proposta quindi non è finalizzata a definire una posizione della UIL. Si pone orizzonti più ampi. Vogliamo costruire intorno ad essa un dibattito che tenda ad includere il più ampio numero di soggetti sociali ed istituzionali. In questa direzione pensiamo di organizzare e coordinare incontri nei quali si confrontino soggetti e opinioni diverse per giungere ad una proposta sul tema delle tutele che riguarda tutti. Non deve essere ridotto quindi ad una semplice dichiarazione di intenti né a generiche prese di posizioni tra favorevoli e contrari. Questo ridurrebbe a poca cosa lo sforzo che stiamo compiendo, e non da oggi, sul tema dei diritti e delle tutele. Ho sentito la necessità di queste poche righe per chiarire l'orientamento politico e il percorso della nostra iniziativa.
Fraterni saluti.
Per la Segreteria Confederale UIL
Luigi Angeletti

ORARIO DI LAVORO
Si trasmette, inoltre, la nota unitaria che respinge in maniera categorica l'introduzione distorta della direttiva europea sull'orario di lavoro, articolato su 40 ore, nel pubblico impiego.

CGIL CISL UIL: OSSERVAZIONI E RICHIESTE DI MODIFICA AL DECRETO LEGISLATIVO PER L'ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA COMUNITARIA IN MATERIA DI ORARIO DI LAVORO
Le Segreterie confederali di CGIL CISL UIL hanno appreso con stupore che la bozza del decreto legislativo sull'orario di lavoro estende il suo campo di applicazione anche al settore del pubblico impiego. Contenuti e forme di tale estensione sono stati decisi unilateralmente dal Governo, eludendo il confronto con le parti sociali e violando uno dei principi fondamentali del confronto negoziale su un tema centrale come l'orario di lavoro. Pertanto il decreto viene da noi innanzitutto respinto nel metodo. Nel merito rileviamo che lo schema di provvedimento contiene alcune disposizioni che sono in palese contrasto con l'ordinamento giuridico interno e, per taluni aspetti, debordanti anche rispetto alla delega parlamentare. Inoltre, la disciplina legale dell'orario di lavoro, nell'ordinamento interno e ancor più nell'ambito delle normative comunitarie, deve mantenere la sua caratteristica di strumento base di tutela minima del lavoro in generale, regolato dai contratti collettivi, che mantengono la loro validità ed efficacia. CGIL CISL e UIL formulano nel merito delle disposizioni del decreto le seguenti osservazioni e pertanto chiedono:
1. lo stralcio dal provvedimento di tutte le disposizioni riguardanti il Pubblico Impiego e l'immediata apertura del confronto sindacale sulla materia.
2. disposizioni transitorie e abrogazioni.
Rileviamo che le disposizioni transitorie, con la loro formulazione imperativa e cogente, determineranno l'azzeramento di tutte le disposizioni contrattuali e normative vigenti, producendo l'abnorme effetto di ridurre drasticamente le tutele raggiunte in decenni di contrattazione sindacale. L'intera disposizione transitoria dovrà essere quindi soppressa e sostituita piuttosto con una norma che faccia salve le disposizioni previste nei contratti collettivi.